Villaggio di Montevecchio

Borgo immerso in un bosco di lecci, rovelle e sugheri, si colloca a pochi chilometri dal mare. In passato fu il centro direttivo delle Miniere di Montevecchio.

Montevecchio, veduta panoramica (foto Ivo Piras)
Montevecchio, veduta panoramica (foto Ivo Piras)

Descrizione

Montevecchio è un borgo immerso in un bosco di lecci, rovelle e sugheri incastonato tra le montagne degradanti verso la costa, a pochi chilometri dal mare. In questo paradiso naturale si riproducono persino i cervi sardi (Cervus elaphus corsicanus): infatti, nelle ore del crepuscolo e alle prime luci dell’alba, li si può vedere addentrarsi fin nella parte interna di del borgo. Popolato solo da qualche centinaio di abitanti, Montevecchio è un importante esempio di archeologia industriale.

Il suo territorio è stato oggetto di insediamenti sin dall’antichità; tracce dell’uomo si registrano a partire dall’età prenuragica. L’attività mineraria è documentata a partire dal 1628 quando un Editto concedeva le miniere della Sardegna a Giacomo Esquirro. Montevecchio divenne ben presto un punto di riferimento per le miniere di tutta Europa arrivando ad impiegare 2000 operai nel 1890. La florida attività mineraria portò all’introduzione di innovazioni industriali come nuovi sistemi di perforazione e l’utilizzo dell’energia elettrica dentro e fuori la miniera. Vennero inoltre realizzate opere fondamentali con un grande impatto sull’intero territorio e la sua popolazione. Ricordiamo la ferrovia che era stata costruita per facilitare il trasporto dei materiali estratti. Contemporaneamente furono costruite numerose abitazioni e adeguate le strutture sanitarie, sociali e scolastiche incidendo sulle condizioni di vita degli abitanti.

Oggi Montevecchio è una vera e propria testimonianza del lavoro in miniera fra magazzini, laverie, pozzi, alloggi dei minatori e degli impiegati, fino alla palazzina della direzione. La Miniera di Montevecchio è uno degli otto siti minerari che compongono il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, ufficialmente riconosciuto nel 1997 dall’UNESCO. L’area interessata dalle tre concessioni minerarie era compresa tra i comuni di Guspini e Arbus e dislocata lungo due aree denominate cantieri di Levante e cantieri di Ponente. Gli edifici più importanti della Miniera erano: la direzione con annessa la chiesa di Santa Barbara, la foresteria, l’ufficio geologico, l’ospedale e la scuola.

Modalità di accesso

Accesso libero.

Dove

Ulteriori informazioni

Ultimo aggiornamento

13/10/2020, 12:28

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